Non possiamo non sentirci chiamati all’azione dall’appello che i Vescovi lucani hanno fatto a tutti i laici battezzati e ai cittadini lucani impegnati in politica. Il lavoro di questi mesi della Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali della Basilicata, raccolto in un documento di sintesi molto efficace, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per determinare un cambio di direzione e di sguardo. La crisi economica sta lentamente erodendo il potere d’acquisto delle famiglie, mettendo a rischio l’intera economia regionale. La guerra a pochi passi dall’Europa, la nostra casa comune, a causa dell’immotivata aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, è un ulteriore elemento di destabilizzazione dell’economia regionale che determina un senso di smarrimento e precarietà che non lasciano il campo a progetti futuri ed investimenti. A pagarne le spese, purtroppo, sono i più fragili e deboli, già duramente provati da una sanità regionale che non si sta dimostrando in grado di rispondere alla sempre più crescente domanda di cura e assistenza.
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Azione da sempre si lotta per una sanità pubblica più efficiente, per garantire a tutti un sistema sanitario efficiente e moderno, degno di uno stato democratico. Nella più che condivisibile analisi svolta dal tavolo della Sanità del CRAL, che ho avuto modo di incrociare spesso nel mio cammino da segretario regionale nel territorio lucano, si ribadisce l’urgenza di mettere in campo un governo dell’offerta delle prestazioni sanitarie, intervenendo seriamente sulla risoluzione delle lunghe liste d’attesa e lavorando per un rafforzamento della Medicina territoriale ed ospedaliera.
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Gli strumenti ci sono, non possiamo però continuare a perdere ulteriore tempo con i tatticismi di una maggioranza che si è manifestata incapace di gestire la complessità del governo della “cosa” pubblica. Su questi temi, come dicevo, non possiamo che rispondere positivamente alla chiamata all’azione che proviene dalla società lucana e che i vescovi hanno saputo raccogliere e interpretare. I temi su cui lavorare sono tanti, dal malessere giovanile, alla necessità di creare buona impresa e buona occupazione, noi lo sappiamo bene e vogliamo misurarci con il lavoro perché non possiamo solo limitarci a sperare. Serve uno sforzo collettivo, superando gli inutili steccati identitari che hanno impoverito il dibattito politico e ragionando solo nell’ottica del bene comune. Mai come in questo momento la Basilicata ha bisogno di concretezza, responsabilità e meno propaganda, di unione e non più di inutili divisioni.