Nonostante il clima ancora incerto, che desta non poche preoccupazioni, la stagione più fredda è entrata nelle case dei lucani già da qualche settimana, esattamente da quando è iniziata la scuola e sono riprese le attività lavorative, con tutto il carico di ansie ed incertezze che tutto ciò comporta. Perché il caro vita non conosce vacanze e la realtà, a differenza della propaganda, non ammette parafrasi, metafore e iperboli. Inutile fare l’elenco delle cose che non vanno bene, i lucani lo sanno bene, così come delle debolezze che rallentano lo sviluppo e degli affanni quotidiani delle famiglie lucane, tradizionali e non, oppure della fatica che gli ultimi e i penultimi devo ancora sopportare per arrivare alla fine del mese, per poi ricominciare. Le povertà e le paure dei lucani, così come le solitudini, sono un fenomeno di cui si parla con contezza troppo poco ma che certa politica, quella del consenso facile e del governo inefficiente, stende e allarga per riempire di retorica e proclami la propria perenne campagna elettorale. Sanità, lavoro, istruzione, energia e sicurezza sono tra le questioni più urgenti che dovrebbero diventare temi di lavoro e non di discussioni infinite. Non che il dibattito non sia necessaria, anzi, ma perché c’è molto poco da discutere se i dati delle liste d’attesa sono in continua crescita, così come c’è ben poco da tergiversare se i contratti precari aumentano rendendo ancora più instabile l’accesso al domani per giovani e adulti. Migliorare il sistema scolastico regionale, rafforzare il ruolo dell’UniBas, incentivare la nascita di ITS sono o non sono priorità per la Basilicata di domani? E ancora, il salario minimo è una battaglia che riguarda tutte e tutti, soprattutto al Sud, per questo il governo Meloni sta commettendo un grande errore rimandando la palla in tribuna. Solo a partire dall’elencazione di queste issues ci rendiamo conto che bisogna entrare in azione e produrre soluzioni possibili, misurabili, tangibili. Vale lo stesso sulla transizione energetica, che non è un certo “bonus gas” ma un processo molto più articolato e complesso, e sulla sicurezza, concetto che non comprende solo quella sacrosanta delle persone ma anche quella dei territori e dei paesi compromessa dalla fragilità e dai cambiamenti climatici. La campagna elettorale ormai alle porte dovrà occuparsi di questo e non di divisioni manichee della società lucana. Continuare a delimitare campi e identità è un’attività che può andare bene per un congresso di partito o per primarie ma non se si vuole governare una Regione. Perché non esistono lucani “rossi”, “bianchi” o “blu” ma c’è un solo popolo che ha bisogno di un’azione di governo seria e pragmatica. Sulla base di questo ragionamento noi metteremo in campo una proposta riformista per il governo della Regione che deve affrontare le sfide complesse dei prossimi anni. La Basilicata che serve ai lucani, e non alla politica, sarà il principale impegno che porteremo avanti, insieme a chi vorrà mettersi seriamente a lavoro, e con il quale ci candideremo per dare stabilità e sicurezza al futuro di questa nostra terra.
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